In una sentenza del mese scorso (Cassazione Penale, Sez.IV, 6 dicembre 2019 n.49575), la Suprema Corte si è pronunciata in ordine alla “richiesta di riparazione per ingiusta detenzione patita, nella forma degli arresti domiciliari” avanzata da una Dottoressa la quale era stata “sottoposta alla misura cautelare per i reati di associazione a delinquere e falso nell’ambito dell’esercizio dell’attività sanitaria espletata, quale socio accomandatario della G… s.a.s. di […] (oggetto fornitura di servizi nei settori della qualità, dell’igiene e sicurezza del lavoro), unitamente al marito (legale rappresentante del Centro Medico Associato I. e accomandante della G… s.a.s.).”